giovedì 31 agosto 2017

Le parole che non ti ho detto ma che hai sempre saputo

Oggi è giovedì, immagino lo sappiate.
Il punto è che questo giorno per me ha cambiato sapore.
The day before tomorrow.
Tutti i giovedì e i venerdì della mia vita mi ricorderanno solo una cosa.





La visione e l'accettazione di qualcosa che non si può cambiare.
Il malessere e il sollievo.
Il quasi crollo e la successiva morte.
Qualcosa che c'è e che 24 ore dopo non c'è più.
Il dolore e la liberazione.
La mia vita con Yuki e la mia vita senza.

17 anni di puro amore si sono portati via un bel pezzo di cuore e parte della mia lucidità mentale che in questi giorni mi toglie la concentrazione, il lessico, il fiato e mi fa sentire fitte allo sterno che mi fanno pensare che sto mal gestendo la cosa.
Il punto è che non si può gestire ma vivere.
Vivere il dolore fino in fondo perchè quando poi ci arrivi, dicono che si risale; dicono.
Una mano verso quella risalita mi farebbe comodo c@**o e invece no, tocca soffrire e va bene.
Metterò alla prova ancora una volta le mie spalle per vedere fino a quanto reggono, quanto peso ci vuole prima che mi spezzi o se semplicemente continuo a piegarmi.

Così nel dolore c'ho nuotato un bel po', a grandi bracciate e in solitudine.
A volte mi sono messa a fare il morto, a faccia in su guardando il cielo e sorridendo.
Altre volte a faccia in giù sentendo concretamente i miei polmoni reclamare ossigeno strizzati dalle ossa.

Ho sintonizzato le mie orecchie con i ricordi ma non ho cantato, non ho parlato e non ho pianto.
Come sempre in questi casi cado in un mutismo che nemmeno la più potente strega potrebbe sciogliere.

Questo dolore che mi accompagna in fondo mi sta simpatico, e ora che abbiamo fatto un po' di conoscenza sembra stia allentando la presa.

Così ogni giorno mi pare di fare un passetto in avanti.
Riesco a parlare di te, riesco a cantarti delle canzoni, riesco a sentirti tra le mie braccia sotto le coperte senza sprofondare in un baratro di tristezza buio più del buio della mia camera. Metto la mano dove univamo i nostri cuori ogni notte, era il momento in cui ci ritrovavamo dopo una giornata passata a correre; coccolo i ricordi che restano a farmi compagnia.

Ieri sono riuscita a buttare via la siringa che usavo per darti le cure nelle ultime settimane, è stata dura.
Ho portato in garage tutte le tue cose, chissà se le userà qualcun altro.

Dopo averlo fatto ho scritto queste parole, saranno soltanto tue, per sempre.

Manchi mia piccola...
Mi manca passare per caso e notarti intenta a prenderti il tuo tempo, cosa che io non so fare.

Mi manca un dolce peso sul cuore che non è quello dei miei anni e nemmeno quello dei miei fallimenti.

Mi manca la ninna nanna fatta di pru pru ora occupati da un'assordante silenzio.

Mi mancano i tuoi occhi che mi guardano e non giudicano ma solo amano.
Mi manca la tua espressione serafica che tanto mi rasserenava, manco fossi un piccolo Budda.
Mi manca persino il tuo puzzo che però m'ha sempre riportata a casa.

In tutta questa mancanza in qualche modo ci sei e dovrò accontentarmi d'immaginarti in tutti quei posti dove non sei più.

2 commenti:

  1. Mi dispiace tantissimo.

    Spero che un giorno potrai riutilizzare le cose di Yuki per donare ad un altro micio una vita lunga, piena di amore e di tenere parole che tanti altri gatti non potranno mai conoscere.

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    1. Accadrà sicuramente! Yuki non è stata la prima e non sarà l'ultima ma resta il fatto che quello che c'è stato tra me e lei resterà unico :)

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